sabato 20 agosto 2011

Il casco italiano DNA Helma dell'Ente Foreste della Sardegna






Se la California ha dato i natali alla metà paterna della famiglia, da un piccolo paese della Sardegna, Bolotana, arrivava il mio adorato nonno Nino, bersagliere del 4° reggimento ciclisti, eroico combattente delle guerre d’Africa e mai dimenticato narratore di storie di terre lontane, battaglie epiche e amicizie profonde. Ancora sorride sornione da una foto che lo ritrae in posa accanto al suo ghepardo addomesticato degli anni passati in Abissinia; grande cuore dentro armatura d’acciaio che solo i suoi nipotini adorati erano riusciti a fare aprire incondizionatamente. Per questo la Sardegna è dentro al mio DNA, con tutte le sue contraddizioni, il suo paesaggio che toglie il fiato, i profumi che ti entrano nelle narici quando all’alba il traghetto si avvicina ad Ichnusa, l’antico nome che i Fenici avevano dato a quest’isola. E’ tutta nel suo popolo fiero e ostico, che prima di concedersi deve conoscere il suo interlocutore, senza mai dimenticare che in tasca c’è la “resolza”, il coltello pastorale affilatissimo che i barbari continentali continuano a chiamare Pattada…
Le statistiche dicono che la Sardegna è la seconda isola più estesa del Mar Mediterraneo dopo la Sicilia, ottava in Europa e quarantottesima nel mondo, ed è popolata da poco meno di 1.700.000 persone. E’ denominata Regione Autonoma della Sardegna in forza dello Statuto Speciale, sancito nella Costituzione del 1948, che le garantisce autonomia amministrativa come avviene nelle altre quattro regioni autonome: la Valle d’Aosta, il Trentino-Alto Adige, il Friuli-Venezia Giulia e la Sicilia. Il cantautore Fabrizio De André, sardo di adozione, disse: «La vita in Sardegna è forse la migliore che un uomo possa augurarsi: ventiquattromila chilometri di foreste, di campagne, di coste immerse in un mare miracoloso dovrebbero coincidere con quello che io consiglierei al buon Dio di regalarci come Paradiso».

Di questo Paradiso ha il compito di occuparsi l'Ente Foreste della Sardegna, che in forza della sua autonomia cura le attività di prevenzione e lotta agli incendi boschivi, oltre a tutto ciò che attiene alla gestione del patrimonio naturale dell’isola in senso molto ampio. L’attività antincendio impegna gran parte del personale per circa sei mesi l’anno e assorbe ingenti risorse finanziarie; è svolta in collaborazione con il Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale della Sardegna. Nel 2009 la Regione Sardegna ha messo in campo 11 elicotteri, schierati nelle basi operative del Corpo Forestale di Fenosu, Pula, Villasalto, Alà dei Sardi, Bosa, Anela, Farcana, Sorgono, Limbara, San Cosimo e Marganai. Il Dipartimento della Protezione civile schierava nell'isola 3 aerei Canadair CL415 all'aeroporto Costa Smeralda di Olbia, un Helitanker alla base di Fenosu e un elicottero AB 205 dell'Aeronautica Militare all'aeroporto di Cagliari Elmas. Impegnati su più turni si trovavano ad operare 1.482 uomini appartenenti al Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale, 3.344 appartenenti dell'Ente Foreste della Sardegna, 1.700 volontari A.I.B, oltre a 1.000 componenti delle 120 compagnie barracellari, corpi comunali che hanno il compito di vigilare sulle proprietà loro affidate con attribuzioni simili alle guardie ecologiche volontarie. Sparsi nel territorio ci sono 340 vasconi e punti di pescaggio per mezzi aerei e terrestri, e 237 postazioni di vedetta per il tempestivo allarme; il parco mezzi impegnato in totale è di circa 600 unità comprendenti autobotti e mezzi fuoristrada di varia capacità di estinguente (da 400 a 8.000 litri d’acqua e ritardante), impiegati per il pattugliamento, per il primo intervento di spegnimento e per la lotta attiva.

L’Ente Foreste della Sardegna dal 2011 si è dotato del sorprendente casco raffigurato in queste foto, il casco modello “Helma” fabbricato da una ditta italiana, la DNA Safety First di Ravenna. E’ un casco per operazioni boschive ben congegnato, disegnato e realizzato, dotato di un pratico sistema di regolazione della bardatura interna tramite perno posteriore similarmente al Rosenbauer Heros II, doppia visiera retrattile e a maschera oculare, ottimo interno che grazie all’attacco trapezoidale ed alla coppa nucale assicura una calzata confortevole e priva di movimenti indesiderati; ha la possibilità di applicare parecchi accessori tra cui differenti visiere, protezioni del collo, sistemi di illuminazione e comunicazione: sicuramente è in grado di competere con i cugini MSA Gallet F2 X-trem, Rosenbauer Heros Smart o il nuovo Sicor EOM. Qui è effigiato nella variante arancione e paracollo in nomex, con il bel fregio frontale applicato sotto vernice che raffigura il simbolo della Regione: quattro mori bendati che rimandano alle lotte di liberazione dai Saraceni.

Questo è l'ottimo sito dell'Ente;
Qui si trova il link alla foto del Canadair in azione, opera di Pier Luigi Rocco;
Questo è il sito della DNA, il produttore del casco.

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